Nel volume ‘The Dynamic Assessment of Retarded Performers’, pubblicato nel 1979, Feuerstein espose la sua tesi sulla necessità di trovare delle alternative alla valutazione psicometrica convenzionale.
Feuerstein, inoltre, elaborò un approccio personale alla valutazione della propensione all’apprendimento, denominato la Batteria di Valutazione della Propensione all’Apprendimento.
Questa batteria si serve di diversi test classici come quello di Raven o Ray e – se non fosse inserita e collegata alla teoria della Modificabilità Cognitiva Strutturale (MCS) ed ai suoi sistemi di applicazione – non comporterebbe alcuna novità.
I sistemi di applicazione del MCS sono due, uno concettuale – l’Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM), ed uno applicativo – il Programma di Arricchimento Strumentale (PAS).
Il Learning Potential Assessment Device (LPAD) è stato elaborato come strumento di valutazione del processo di cambiamento e si basa su un processo di valutazione originale.
Questo processo prevedeva l’uso immediato di una mediazione attiva ed intenzionale che riproponeva molti punti dell’Esperienza di Apprendimento Mediato e dei suoi principi.
Il processo valutativo si compone di tre fasi – test, intervento e post-test:
- Test: esamina il livello manifesto in vari domini cognitivi e rivela i processi responsabili dei successi o degli insuccessi. Viene somministrato senza mediazioni, cercando di stabilire il livello base delle abilità di cui è in possesso l’individuo.
- Intervento: indispensabile per la correzione delle funzioni cognitive carenti rilevate durante la prima fase. In questa fase non si vuole riabilitare il funzionamento cognitivo totale della persona presa in esame, ma si creano campioni di cambiamento nei domini che si sono dimostrati carenti.
- Post-test: comprende diversi compiti condotti in modo statico senza intervento che esaminano l’ampiezza degli effetti dell’intervento praticato nella seconda fase.
Vengono valutate la stabilità, l’ampiezza e le aree di influenza dei cambiamenti riscontrati durante l’intervento.
Carta cognitiva. I parametri relativi al compito.
Analizzare le caratteristiche del compito proposto ad un individuo è indispensabile per comprendere l’origine delle sue compromissioni cognitive.
La carta cognitiva è uno strumento molto valida per effettuare l’analisi in questione, poiché sono le parti fondamentali del compito ad imporre all’individuo di fornire risposte pertinenti.
Le parti del compito, dunque, agiscono mutuamente con le funzioni cognitive nella formulazione e nella produzione delle risposte.
Queste possono essere adeguate, appropriate o sinergiche rispetto all’apprendimento e al problem-solving, o possono unirsi e dare luogo ad una performance fallimentare, inadeguata e inefficiente.
Sono sette i parametri contenuti nella Carta cognitiva che consentono di analizzare il compito:
- Il contenuto. Ogni atto mentale può essere descritto a partire dall’argomento che affronta e dall’insieme di contenuti sul quale opera;
- La modalità. I compiti possono essere presentati con modalità di linguaggio diverse: verbale, pittorica, numerica e figurativa. Esistono, inoltre, diverse combinazioni di queste modalità con altri codici (mimica, comunicazione metalinguistica, uso dei segni convenzionali, ecc.) che si distaccano dal contenuto da essi sotteso;
- La fase dell’atto mentale. In un compito esistono tre fasi dell’atto mentale che possono essere presentate in maniera differenziata: input, elaborazione e output.
- Le operazioni. Sono gruppi di attività che consentono alle informazioni derivanti da fonti interne ed esterne di essere organizzate, trasformate, manipolate e messe in pratica per dare vita a nuove informazioni. Le operazioni principali sono: classificazione, seriazione, moltiplicazione logica o pensiero analogico, sillogistico e inferenziale.
- Il livello di complessità. Il livello di complessità di un compito può essere considerato come quantità e qualità delle informazioni che bisogna manipolare per raggiungere la soluzione.
- Il livello di astrazione. Il livello di astrazione è definito come la distanza tra un dato atto mentale e l’oggetto o l’evento sul quale esso opera.
- Il livello di efficienza. Questo parametro è qualitativamente e quantitativamente diverso dai precedenti, nonostante ne sia determinato o influenzato sia quando agiscono da soli sia quando agiscono in combinazione.
I compiti, dunque, necessitano di una conoscenza totale degli elementi che li costituiscono: questi, a loro volta, hanno bisogno di funzioni cognitive appropriate che permettono di attuare un pensiero efficiente nell’ambito di un approccio orientato al processo.
La Carta cognitiva, intesa come analisi dei vari aspetti del compito ai quali l’individuo deve dare risposta, assume un ruolo fondamentale all’interno del processo di valutazione dinamica e dell’uso del Learning Potential Assessment Device.
La Carta cognitiva condiziona le scelte effettuate da parte dell’esaminatore sul tipo, l’ordine degli strumenti valutativi, il tempo e l’ampiezza del focus nell’ambito dello stesso strumento e la natura e la tipologia di mediazione da offrire durante l’interazione con lo strumento o gli strumenti.
Insieme alle funzioni cognitive carenti (che descrivono l’individuo), la Carta cognitiva illustra la natura del compito ed è fondamentale per l’analisi dei risultati.
Gli strumenti del Learning Potential Assessment Device
Il Learning Potential Assessment Device è disponibile in due versioni differenti: la prima corrisponde alla somministrazione individuale, la seconda alla somministrazione collettiva.
Entrambe traggono ispirazione dagli stessi principi, ma obiettivi, modalità di raggiungimento e osservazioni derivate sono diversi.
Lista degli strumenti consigliati per la somministrazione individuale:
- Organizzazione di punti (Feuerstein, adattamento da Rey, 1942)
- Matrici Progressive in Colore di Raven (serie A, AB, B)
- Matrici Progressive Standard di Raven
- Variazioni LPAD I (Feuerstein)